Stanotte ho sognato il mio unico grande amore. Un sogno meraviglioso, come del resto da sogno è stata la nostra storia. È un giro di parole che mi ricorda quanto sia stata felice nei tre anni insieme a lui. Un uomo affidabile e premuroso, ma soprattutto il solo che mi ha reso completa. L’ ho amato in modo pulito, sincero, senza bugie e sotterfugi. Con lui avevo instaurato un rapporto maturo, serio, vissuto però in piena leggerezza. Ognuno aveva il suo spazio, pur vivendo in perfetta simbiosi. Ci rispettavano e “infedeltà” era un termine a noi sconosciuto. La nostra era la relazione ideale, perfetta, con gli stessi “diritti e doveri” e una totale disponibilità l’uno verso l’altro. So bene che il mio amore era maggiore rispetto al suo, ma non è importante, importante è invece che io ne fossi consapevole. Ogni individuo ha una sua personale percezione di come vivere i sentimenti e bisogna prendersi quello che ci viene concesso. Io so che lui, a modo suo, mi ha dato il massimo. Anche i sassi sanno che sono una donna eccessiva, dire esuberante è riduttivo. Vivo tutto con ingordigia e mi concedo totalmente, senza remore. Se amo amo e non ci sono mezze misure. Lui al contrario è più pacato, tranquillo, meno passionale di me, ma questo non significa non avere fuoco, solo vivere in maniera meno travolgente. All’epoca veniva da un periodo piatto e quindi l’ho avvolto tra le mie braccia, portandolo nel mio magico mondo di Adventureland. Gli ho dato cuore, corpo e anima. In fondo non è stato difficile, perché lui si è lasciato trasportare con estremo piacere, forse perché sentiva che ci compensavamo e poi si sa che il fascino della diversità incuriosisce chiunque. All’inizio era un po’ titubante, lo ammetto, del resto come non dargli torto visto come mi presento, senza filtri e nessuna moderazione. Racconto tutto del mio passato, non tralascio nessun dettaglio della mia vita, insomma anche Casanova avrebbe delle perplessità. Lui comunque apprezzava il mio modo di essere, con tutti i mie difetti e non ha mai sminuito la mia personalità, anche quando era scomoda. Mi ha riempito di regali, pensati, studiati, dedicati e cercati con affetto, facendomi sentire una regina. Abbiamo condiviso tutto : viaggi, feste, compleanni, eventi, concerti, vacanze, sport, cinema, cene romantiche o con amici. Anche restare a casa era bellissimo, non ci siamo mai annoiati e ho persino cucinato per lui, tutto dire. Ogni mattina lo accompagnavo alla porta prima di uscire, per augurargli la buona giornata con un bacio. Il nostro principale mood era ridere e divertirci come fanciulli, anche per semplici idiozie e abbiamo anche vissuto esperienze nuove, perché quando si sta bene insieme, tutto è consentito. Ci consideravano una coppia top, belli, bravi e innamorati.
Molti si domanderanno come mai allora è finita, se le cose erano così perfette. E’ finita perché anche le belle storie possono finire e la cosa ancora più anomala è che finiscono senza un perché o con tanti perché. Per un motivo solo, tanti o nessuno. Accade semplicemente perché, senza accorgercene, qualcosa si rompe e si aspetta il primo pretesto per troncare. Nel mio caso è accaduto quando non me lo sarei mai aspettato, in un triste giorno di settembre, che non scorderò mai. Per fortuna, le martellate, i dolori, i pianti, le angosce, le crisi di panico, le ansie cosmiche e lo strazio dell’abbandono si possono superare. Ci vuole molto coraggio, una grande forza, ma anche la capacità e la volontà di reinventarsi una nuova dimensione che possa aiutarci ad andare avanti. Non ci sono manuali da consultare, suggerimenti da seguire o qualcuno che possa insegnarcelo. Solo noi possiamo individuare quale sia il rimedio e per questo non bisogna giudicare. Mai.
Oggi sono serena perché ce l’ho fatta, non l’avrei mai creduto e quello che mi dà gioia è che tra noi resta una grande amicizia, un sincero affetto e soprattutto continuiamo a ridere e scherzare ogni volta che ci sentiamo. Ogni tanto, però, sento rimbombare dentro di me la frase che Anna pronunciò nel mitico film “ Il Danno ”. Parole forti, che mi tornano in mente come una specie di codice PIN, per esorcizzare la sofferenza : < Le persone che hanno subito un danno sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere. E’ la sopravvivenza che le rende tali, perché non hanno pietà. Sanno che gli altri possono sopravvivere, come loro.>