Il caso Blanco il giorno dopo

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Come tutti, immagino, stamani ho letto i commenti su ciò che è accaduto ieri sera. Non ritratto quello che ho scritto a caldo, ma sono portata oggi a pensare che sia stata una performance pianificata. Il video del brano su YouTube parla chiaro, e hanno anche detto che “spaccare” è nello stile Blanco. Però, aldilà di tutte le attenuanti, dal mio punto di vista resta che lui ha toppato comunque in due cose: la prima è che un conto fare ciò che vuoi nei tuoi concerti o nei tuoi video, dove tutto è ammesso sotto la propria responsabilità, altro è esagerare a casa d’altri, dove è d’obbligo rispettare i padroni di casa. Seconda cosa, quella che mi è apparsa la più sgradevole, è stata distruggere proprio i fiori, che in una manifestazione del genere sono sacri, come le mucche in India. Un gesto deplorevole, irriverente e soprattutto controproducente per la sua immagine. Se avesse triturato carote non sarebbe stata la stessa cosa. Non mi è piaciuto neanche come ha reagito dopo il suo disastro, infantile e spocchioso, come se tutto gli fosse permesso. Riguardando la scena incriminata, ho notato che il disappunto sull’audio lo ha sottolineato per tutta la durata dell’esecuzione e, probabilmente, il fatto che l’abbiano ignorato, ha scatenato la sua rabbia. Mi dispiace questa caduta di stile, perché Blanco mi piace molto e, come ho scritto all’inizio del festival, “Brividi” è un pezzo che amo ancora oggi. Lui sicuramente se ne infischierà di tutti i commenti negativi e andrà avanti per la sua strada. In sintesi penso che era tutto previsto, come spesso accade, ma il suo delirio di onnipotenza ha preso il sopravvento sulla scaletta.