HAI VOGLIA ‘A FFA’

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Spesso racconto episodi legati ai supermercati, perché sono luoghi a noi familiari, una tappa fissa a cui non possiamo sottrarci. Oggi sono entrata al Tigre tutta pimpante, vestita easy : jeans strappati, stivaletti con tacchi alti, giacca di pelle, capelli freschi di parrucchiere e un’andatura scattante e sicura. Insomma, onestamente non ero niente male. Mentre girovagavo tra i vari reparti, ho notato che la maggior parte delle persone che mi circondavano erano ultra settantenni, soli, in coppia, oppure accompagnati da figli, qualcuno anche su sedia a rotelle. Una marea di pensionati dai capelli grigi che si aggirava tra gli scaffali con i carrelli pieni. Finita la mia spesa, la cassiera mi ha chiesto se avevo la tessera Unika e così, in un baleno, ho realizzato che era la giornata dedicata alle “Volpi grigie”, quindi agli over 65. L’addetta, strisciando la card, stupita, mi ha chiesto se fosse di mia madre. Non riusciva a credere che anche a me toccasse lo sconto per anziani. Con sincera ammirazione lo ha sottolineato anche ai colleghi vicini, che hanno reagito con espressione incredula, davanti ai clienti in fila dietro di me. In pochi secondi, in quel piccolo spazio di 1 mt x 1mt, mi sono sentita come una star sotto i riflettori di un micro Red carpet. Un po’ imbarazzata ho risposto : <Grazie> e sono andata via, compiaciuta per questa botta di fatua celebrità. Però poi, salendo in macchina, mi sono detta : <Cara Piera, “hai voglia a’ ffà”, puoi anche sentirti ancora una guagliuncella, ma “sulla carta”, resti comunque una Volpe grigia.

Social-market

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Da un punto di vista sociologico, trovo che i Supermercati, siano luoghi molto interessanti. Nei Market infatti, si assiste a sceneggiature-flash di vite sconosciute e si incontrano tutte le tipologie di persone, anche perché, in fondo, tutti devono nutrirsi. Queste comparse fugaci, volendo o non volendo, si intersecano con la nostra routine per un brevissimo spaziotempo. Non a caso lo chiamo così, perché in effetti, per fare la spesa, bisogna davvero trovare “spazio e tempo”, durante la giornata.

Anziani, single spesso affascinanti (ma a loro ho dedicato già un post), massaie in carne, zitelle ossute, “casalinghe disperate ”, signore informali, operai in tuta da lavoro, gente di colore e rumeni, quasi spesso a gruppetti, famiglie intere con bimbi nel carrello e padri con figlie piccole nel giorno di custodia alternata. Anche se paghi oro, invece, non troverai mai e poi mai un orientale. Evidentemente i gialli, eterni diffidenti, mangeranno solo cibo originale. Le coppie sono in netta minoranza e se le vedi, sono quasi sempre di due tipi. La maggioranza è composta da un LUI italiano e una LEI dell’est, alta, grossa e biondona. La minoranza invece comprende quelle oltre i settanta. Non capisco come mai, due pensionati, avendo molto tempo a disposizione e meno interessi, non condividano quel momento di approvvigionamento gastronomico. Mah, evidentemente i maschi preferiscono guardare la tv. Capita anche di scambiare una chiacchiera al volo con uno di questi  fuggevoli passanti,  chiedere pareri o consigli su di un prodotto, fare qualche battuta, o anche ricevere un complimento, ma per lo più si gira tra i corridoi tra un paio di sorrisi e molti “oh..mi scusi”…fino alle casse, dove si sprecano i vari “grazie e prego”.

Mi incuriosisce osservare il comportamento degli esseri umani mentre fanno la spesa e quando arrivo alla cassa, guardando scorrere la merce del cliente davanti a me, mi diverto a tracciare un identikit su di lui. Se ha preso dozzine di cartoni d’acqua o parecchie lattine di birre e coca cola, immagino sia il gestore di qualche bar o locale. Chi ha comprato frutta, verdure fresche e neanche un affettato, è sicuro vegetariano o biologicamente sano. Al contrario, chi si rimpinza di dolci, cioccolatini, leccornie, gelati e marmellate, è un goloso da paura. Se qualcuno ha scelto solo salatini, salse, vodka o gin, penso che dovrà invitare gli amici per l’aperitivo. Una semplice pagnottina di pane con mortadella, qualche pomodorino e una birretta, mi fanno supporre che quel tizio è in pausa lavoro. Chi come me, invece, fa scivolare sul nastro soltanto surgelati, scatolette, formaggi a lunga scadenza, crackers e persino spezie e odori in barattolo, vuol dire che non ama cucinare, o che è un single molto pigro. Infine, quando sono costretta ad aspettare di più a causa di un mega carrello prima di me, mi viene in mente quando accompagnavo mia madre a fare la spesa, una delle tante fissate nel comprare tonnellate di cibarie, che persino il capo cuoco di una caserma africana, avrebbe ritenuto inutili ed eccessive. Ma questo mi fa anche pensare che ai tempi d’oggi, oltre le famiglie numerose, esistono anche le famiglie “allargate” che, se non lo sono ancora in senso stretto, dopo un paio di pasti così, si “allargheranno” per forza. Anche il metodo di pagamento e come riporre le vivande, è indicativo. La maggior parte dei clienti, oggi, paga con carta di credito o bancomat, tranne gli extracomunitari. Al posto delle buste, loro preferiscono alcune scatole prese nel negozio stesso. Molti clienti usano i contanti e come contenitori le buste termiche. Le vecchierelle invece, tutte, nessuna eccezione, cacciano il portafoglio vintage di pelle scolorita, pieno di monetine che contano una ad una, dicendo sempre la fatidica frase : “ Meno male, mi tolgo finalmente degli spiccioli, mentre a lei fanno comodo” e infilano tutto nel carrellino che si portano da casa.

Dulcis in fundo, tassa fissa da pagare, peggio dell’IMU, è l’assillante mancia che ti chiedono puntualmente all’ingresso del Discount. Il quadretto è basic, come da copione : la mamma accovacciata in terra, con vestiti semistracciati, bimbo accanto o in braccio, cartello in mano con la scritta “HO FAME” e soprattutto l’immancabile voce piagnucolante, peggio di una nenia lagnosa. Ma non hanno ancora capito che non c’è bisogno di parlare così? Quando mi chiederanno l’elemosina con tono normale, forse gliela darò più volentieri.